I produttori di vino doc ed il Comune di Orta Nova non vogliono la
centrale a biomasse della Caviro, il colosso romagnolo del settore
vitivinicolo. Il secondo incontro dell’inchiesta pubblica (Conferenza di
servizi) sull’impianto previsto a Carapelle si conclude con l’ennesima mazzata
per la società rappresentata dal presidente Sergio Celotti (amministratore
della Carapelle Energia srl). L’assessore provinciale alle Attività produttive,
il professor Pasquale Pazienza, aveva immediatamente messo in guardia i
presenti (tutte parti interessate) ad “evitare atteggiamenti populistici”,
chiedendo “correttezza nelle espressioni e rispetto delle istituzioni”. Peccato
che ad andar su tutte le furie sia proprio il dirigente di Palazzo Dogana,
Giovanni Dattoli (non riesce a sopportare la registrazione video delle
attiviste del movimento di Borgo Tressanti che si è opposto in questi anni alla
realizzazione dell’impianto del Gruppo Marcegaglia).
Alla Conferenza di servizi non si è presentata nemmeno l’Arpa,
l’agenzia regionale per l’ambiente. C’era l’Asl di Foggia, ed i sindaci di
Stornarella (Vito Monaco) e Carapelle (Alfonso
Palomba). E l’assessore all’ambiente di Orta Nova, Maria Rosaria Attini, che ha
dato battaglia presentando i punti critici emersi all’analisi dell’area
individuata per l’insediamento. Del resto, non poteva essere altrimenti, visto
che la gran parte dei proprietari terrieri confinanti rispetto sito
dell’impianto sono ortesi. E c’è per di più un ex sindaco, Pasquale Ruscitto,
che da quelle parti, a Carapelle, ha ben 31 ettari di proprietà della famiglia,
e proprio non vorrebbe esser “preso in giro” su questioni di particolare
rilevanza, come quella del “rischio inondamento dell’area”.
“Non si sono mai visti da quelle parti – afferma Ruscitto, criticando
aspramente lo studio della Caviro nel quale è negata ogni possibilità di
rischio idrogeologico -, in questi anni di allagamenti ce ne sono stati eccome,
checché ne dica il dottor Celotti. Lo abbiamo segnalato più volte alla
Provincia, ma nessuno ci ha mai dato retta. Per di più, è stato anche deviato
il canale. L’acqua dalla strada arriva direttamente nel luogo scelto
dall’azienda per l’impianto, che non è sicuramente quello più indicato”.
Celotti aveva appena terminato di sostenere la tesi secondo la quale
“lì non c’è mai stato un allagamento”. A sostenerla ci sarebbero le perizie e
lo studio del geometra Bonassisa. “Non è affatto così – continua Ruscitto -,
sono disposto a prendermi tutte le responsabilità di quello che dico. Non a
caso è stato delocalizzato l’impianto. In quella zona di motivi ostativi ce ne
sono fin troppi”.
L’intervento dell’assessore all’Ambiente di Orta Nova, Maria Rosaria
Attini, va nella direzione dei proprietari terrieri contrari all’insediamento
produttivo: “Il professor Ruscitto – afferma - ne aveva già parlato in Consiglio
comunale. Per questo il Comune ha inviato una lettera alla Regione Puglia e alla
Provincia con la copia delle osservazioni, che vertevano essenzialmente sugli
elementi di pregio del tratturello di Orta Nova-Tressanti. La scelta del sito,
peraltro, è stata effettuata in corrispondenza della località Contrada
Bonassisi, ovvero una zona ad uso agricolo, caratterizzata dalla presenza di
molte produzioni di vini di pregio.
E ancora, non è stato rispettato il limite dell’area buffer, visto
che l’impianto sarebbe localizzato al confine dei due Comuni. Come se non
bastasse – prosegue l’assessore -, nei pressi c’è una delle masserie regie di
Federico II, denominata ‘Bonassisi’”. Se è vero, inoltre, che non esiste un “vincolo
idraulico”, è vero anche, precisa l’ingegnere ortese, che “si è prossimi al
canale Pidocchiosa e al torrente Carapelle: quest’ultimo, come è stato
registrato negli ultimi anni, può essere interessato da piene improvvise
importanti”. “L’area è la più depressa del territorio – spiega -, è il punto
più basso della zona, per questo il Comune di Orta Nova non la ritiene idonea
alla realizzazione della centrale a biomasse”.
Ad intervenire, anche un cittadino, Pasquale Di Michele, che spiega:
“Ci saranno danni enormi per le aziende agricole che operano in zona. A
Carapelle, negli anni scorsi, si sono già verificate situazioni di dissesto
idrogeologico. Per di più, vicino all’impianto della Caviro, hanno realizzato
quello della Marcegaglia. Per questo, non servirebbe la Via (Valutazione di
impatto ambientale), ma la Vas, la valutazione strategica. Chiedo
esplicitamente che a queste richieste venga data risposta scritta”. Dattoli
precisa immediatamente che quelle risposte non potranno arrivare. “Non è questa
la sede – conclude -, non siamo in un Consiglio comunale. Fate pure le vostre
osservazioni, ma nessuno potrà avere risposte scritte”.