Problema risolto, in due giorni

La denuncia sullo stato delle condutture dell’Acquedotto Pugliese ha sortito l’effetto desiderato. Sul numero di mercoledì 4 giugno del nostro quotidiano, veniva analizzato un tratto della condotta principale che fornisce l’acqua a tutta la Capitanata. Quel tratto, a metà altezza tra Orta Nova e Ascoli Satriano, non era mai stato sottoposto a manutenzione e versava in uno stato pietoso. Le strutture di chiusa –scusate il gioco di parole- erano aperte, con grave rischio per la salute pubblica. Chiunque avrebbe potuto sversare qualsiasi sostanza, senza alcun ostacolo. Addirittura, un impiegato della sede foggiana dell’Acquedotto Pugliese, leggendo l’articolo e guardando le immagini, le ha paragonate alle “strutture del sistema fognario”, credendo ci fossimo sbagliati.
Non è così: i fatti ci hanno dato ragione. A due giorni di distanza dalla pubblicazione dell’articolo, ripercorrendo lo stesso tratturo che prosegue parallelamente alla condotta, notiamo che il problema è stato risolto. Perlomeno dall’esterno. Tutte le strutture di chiusa, questa volta sono realmente chiuse. I lucchetti nuovi luccicano sulle imposte. Le porte riverniciate e l’olio per favore il movimento del bastone di chiusura della porta. Addirittura, sono state rasate tutte le erbacce che certo non facilitavano il movimento degli operai che avrebbero dovuto, periodicamente, accedere alle strutture per la dovuta manutenzione. Anche i lucchetti vecchi e arrugginiti sono stati sostituiti, con una celerità ed efficienza impensabili alla luce della consueta noncuranza. Davvero complimenti. Un lavoro certosino in ventiquattro ore. Questo almeno all’apparenza. Ma dentro, come è la situazione? Il nostro reportage aveva documentato fotograficamente ogni dettaglio. Ogni botola è stata fotografata, ogni vasca di filtro; abbiamo trovato persino un materasso lasciato da qualche ospite del B&B AQP. Gran parte delle botole erano prive di imposta: da questo particolare il paragone, poco felice, con la fogna. Le scalette che dovrebbero portare gli operai, dopo aver aperto il lucchetto delle imposte delle botole (puntualmente assente), giù, fin dentro la vasca, sono di una insicurezza inaudita: possono cedere, staccandosi alla parete, in qualsiasi momento, a causa della ruggine che le ha corrose. E i calcinacci sparsi sul pavimento, peraltro carico di ragnatele, gechi e rospi? Adesso dovremmo accedervi per poter verificare. Questa volta la chiave ce l’hanno loro. Anche se, bisogna dirlo, pare improbabile che abbiano sistemato tutto, anche l’interno. Visto lo stato in cui si trovavano, sarebbe stata un’impresa sistemare tutto in un giorno. Se ci sono riusciti, ancora complimenti. All’ufficio tecnico di Orta Nova, pare ci abbiano preso in giro. Il responsabile ci aveva detto: “mi risulta che quelle strutture sono tutte chiuse, non potrebbe essere diversamente. Non posso però darvi altri elementi, anche perché non rientra nelle mie competenze. Dovete rivolgervi a Foggia”. Ma davvero il responsabile tecnico del territorio di riferimento era all’oscuro di tutto? Non ci crediamo. Piuttosto, pensiamo al periodo precedente alla nostra denuncia. Agli anni in cui quelle condutture sono state esposte alla mercè di chiunque, senza il minimo di preoccupazione e con la massima incuranza. Tutto era aperto e nessuno segnalava niente di anomalo? Mah! Quali tecnici od operai hanno avuto il coraggio di entrare, imbiancare le pareti, versare un po’ di cloro nelle vasche per disinfettare e, con la più naturale nonchalance, uscire lasciando le porte soltanto socchiuse? Prego, chi vuole si accomodi. Per qualsiasi necessità. Per passare la notte al riparo dalle intemperie o, magari, consegnare una bella dose di veleno direttamente nelle case. Tra sprechi (tanti) e sicurezza (poca), una situazione poco rosea. Su cui dovrà ragionare l’intero staff del manager responsabile dell’AQP di Foggia, per adottare le giuste misure per far fronte ad un sistema pietoso. Almeno per il momento.

l'Attacco, martedì 10 giugno
sopra le immagini a confronto: prima e dopo.