martedì 5 marzo 2013

I produttori di vino non vogliono la Caviro




I produttori di vino doc ed il Comune di Orta Nova non vogliono la centrale a biomasse della Caviro, il colosso romagnolo del settore vitivinicolo. Il secondo incontro dell’inchiesta pubblica (Conferenza di servizi) sull’impianto previsto a Carapelle si conclude con l’ennesima mazzata per la società rappresentata dal presidente Sergio Celotti (amministratore della Carapelle Energia srl). L’assessore provinciale alle Attività produttive, il professor Pasquale Pazienza, aveva immediatamente messo in guardia i presenti (tutte parti interessate) ad “evitare atteggiamenti populistici”, chiedendo “correttezza nelle espressioni e rispetto delle istituzioni”. Peccato che ad andar su tutte le furie sia proprio il dirigente di Palazzo Dogana, Giovanni Dattoli (non riesce a sopportare la registrazione video delle attiviste del movimento di Borgo Tressanti che si è opposto in questi anni alla realizzazione dell’impianto del Gruppo Marcegaglia).
Alla Conferenza di servizi non si è presentata nemmeno l’Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente. C’era l’Asl di Foggia, ed i sindaci di Stornarella (Vito Monaco)  e Carapelle (Alfonso Palomba). E l’assessore all’ambiente di Orta Nova, Maria Rosaria Attini, che ha dato battaglia presentando i punti critici emersi all’analisi dell’area individuata per l’insediamento. Del resto, non poteva essere altrimenti, visto che la gran parte dei proprietari terrieri confinanti rispetto sito dell’impianto sono ortesi. E c’è per di più un ex sindaco, Pasquale Ruscitto, che da quelle parti, a Carapelle, ha ben 31 ettari di proprietà della famiglia, e proprio non vorrebbe esser “preso in giro” su questioni di particolare rilevanza, come quella del “rischio inondamento dell’area”.
“Non si sono mai visti da quelle parti – afferma Ruscitto, criticando aspramente lo studio della Caviro nel quale è negata ogni possibilità di rischio idrogeologico -, in questi anni di allagamenti ce ne sono stati eccome, checché ne dica il dottor Celotti. Lo abbiamo segnalato più volte alla Provincia, ma nessuno ci ha mai dato retta. Per di più, è stato anche deviato il canale. L’acqua dalla strada arriva direttamente nel luogo scelto dall’azienda per l’impianto, che non è sicuramente quello più indicato”.
Celotti aveva appena terminato di sostenere la tesi secondo la quale “lì non c’è mai stato un allagamento”. A sostenerla ci sarebbero le perizie e lo studio del geometra Bonassisa. “Non è affatto così – continua Ruscitto -, sono disposto a prendermi tutte le responsabilità di quello che dico. Non a caso è stato delocalizzato l’impianto. In quella zona di motivi ostativi ce ne sono fin troppi”.
L’intervento dell’assessore all’Ambiente di Orta Nova, Maria Rosaria Attini, va nella direzione dei proprietari terrieri contrari all’insediamento produttivo: “Il professor Ruscitto – afferma - ne aveva già parlato in Consiglio comunale. Per questo il Comune ha inviato una lettera alla Regione Puglia e alla Provincia con la copia delle osservazioni, che vertevano essenzialmente sugli elementi di pregio del tratturello di Orta Nova-Tressanti. La scelta del sito, peraltro, è stata effettuata in corrispondenza della località Contrada Bonassisi, ovvero una zona ad uso agricolo, caratterizzata dalla presenza di molte produzioni di vini di pregio.
E ancora, non è stato rispettato il limite dell’area buffer, visto che l’impianto sarebbe localizzato al confine dei due Comuni. Come se non bastasse – prosegue l’assessore -, nei pressi c’è una delle masserie regie di Federico II, denominata ‘Bonassisi’”. Se è vero, inoltre, che non esiste un “vincolo idraulico”, è vero anche, precisa l’ingegnere ortese, che “si è prossimi al canale Pidocchiosa e al torrente Carapelle: quest’ultimo, come è stato registrato negli ultimi anni, può essere interessato da piene improvvise importanti”. “L’area è la più depressa del territorio – spiega -, è il punto più basso della zona, per questo il Comune di Orta Nova non la ritiene idonea alla realizzazione della centrale a biomasse”.
 Ad intervenire, anche un cittadino, Pasquale Di Michele, che spiega: “Ci saranno danni enormi per le aziende agricole che operano in zona. A Carapelle, negli anni scorsi, si sono già verificate situazioni di dissesto idrogeologico. Per di più, vicino all’impianto della Caviro, hanno realizzato quello della Marcegaglia. Per questo, non servirebbe la Via (Valutazione di impatto ambientale), ma la Vas, la valutazione strategica. Chiedo esplicitamente che a queste richieste venga data risposta scritta”. Dattoli precisa immediatamente che quelle risposte non potranno arrivare. “Non è questa la sede – conclude -, non siamo in un Consiglio comunale. Fate pure le vostre osservazioni, ma nessuno potrà avere risposte scritte”.

giovedì 31 gennaio 2013

Cinque Reali Siti, la popolazione cresce solo grazie agli stranieri


I flussi migratori rallentano ma continuano a popolare alcuni comuni del Basso Tavoliere. Nei Cinque Reali Siti (Orta Nova, Stornarella, Stornara, Carapelle e Ordona), per esempio, se non fosse per gli stranieri, complessivamente il saldo della popolazione sarebbe negativo. Se nelle campagne il fenomeno continua ad essere molto diffuso, nei centri cittadini la situazione è alquanto differente. Vito Colangione, responsabile dell’albergo diffuso di Borgo Tressanti (Cerignola), ci spiega che “negli ultimi tempi le richieste di alloggio sono finanche aumentate”. “Il problema – continua – è segnare una netta linea di demarcazione tra il sommerso ed i cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia. La situazione, nei  due casi, cambia fortemente. Le richieste che ci stanno arrivando negli ultimi tempi fanno pensare che forse si stia cercando di emergere dall’irregolarità, ma il percorso è ancora lungo”. Il quotidiano la Repubblica, in un corposo dossier, recuperando il dato dell’Istat dal quale si evince il “controesodo” dei migranti che rientrano nei propri Paesi d’origine (sarebbero circa 800mila), ha lanciato il tema della “fuga” dall’Italia.
In Capitanata, tuttavia, il contesto di riferimento sarebbe a tal punto differente dal Centro-Nord da escludere una importante migrazione al contrario. Basta partire dal triangolo produttivo per l’agricoltura, che ogni anno attrae moltissimi stranieri: Cerignola, Stornara e Stornarella. È in questi ultimi due piccoli comuni che, negli ultimi anni, addirittura si stava per ribaltare il rapporto tra italiani e migranti (a favore di questi ultimi). Nella cittadina del sindaco Calamita, per esempio, il 2005 è stato l’anno della svolta: il saldo negativo della popolazione italiana è stato compensato dall’afflusso di stranieri.
Gli stornardesi, infatti, passarono da 4.763 a 4.706, facendo registrare una variazione assoluta negativa del 51 per cento. Dall’altra parte, il saldo i migranti provenienti dall’estero, faceva registrare un incremento del 15 per cento. Nel 2010 la popolazione era salita a 5.114, con una variazione positiva del 124 per cento. Per comprenderne le ragioni, basta leggere i dati sugli stranieri degli anni successivi: nel 2006 ne arrivano 87 da altri comuni e 35 dall’estero; nel 2007 sono 92 e 110 (+110 per cento); nel 2008 rispettivamente 84 ed 87; nel 2009 83 e 91; nel 2010, infine, 75 e 119 (+106 per cento). Non è facile comprendere quali siano gli effetti dei flussi, calcolando le presenze negli ultimi anni.
Molto simile la situazione del vicino comune di Stornarella. In questo caso, tre dati sono emblematici. La variazione della popolazione totale è negativa per tre anni di seguito: 2004 (-1,30 per cento), 2005 (-0,40 per cento) e 2006 (-0,92 per cento). Poi si ricomincia a crescere in maniera costante fino al 2010, quando si riscontra un’altra lieve flessione. Cosa è accaduto ai migranti nello stesso periodo? Questo è il quadro: 2004 (+20 per cento), 2005 (+10 per cento), 2006 (+8 per cento), 2007 (+80 per cento), 2008 (+102 per cento), 2009 (+96 per cento), 2010 in flessione (-7 per cento). Carapelle, invece, ha avuto un vero e proprio boom demografico, agevolato soltanto dalla presenza dei migranti. Dal 2005 al 2010 si è passati da 5800 abitanti a 6600. L’incremento totale maggiore, nel 2009, è stato del 189 per cento. Dal 2007, anche il saldo migratori totale è stato elevato: passando dall’88 per cento al 135 per cento nel 2009. Pure Ordona galleggia grazie agli stranieri. Il lieve incremento della popolazione dal 2007, infatti, sembra dovuto proprio ai saldi postivi “in entrata”, che proprio nel 2008 fanno registrare il 5 per cento, flettendo anche la curva della popolazione complessiva. Per il resto, tra il 2009 ed il 2010, gli stranieri sono cresciuti quasi del 40 per cento. Il centro più importante dell’area, Orta Nova, che ha quasi 18mila abitanti, ha fatto registrare un fenomeno inverso. Ai dati negativi sulla presenza di popolazione straniera fino al 2009 (il picco è del 2005 con il -192 per cento), si è contrapposto l’aumento degli ultimi anni, con il +60 per cento del 2010. Attualmente gli stranieri regolari sono un migliaio, ma il trend sembra essere in crescita. Ma questi sono i dati ufficiali. La situazione reale è diversa. Basti pensare alla nota della Prefettura di Foggia a margine della nota inviata al comune di Stornarella: “La situazione reale degli stranieri non in anagrafe è di gran lunga diversa”. Si parla addirittura del doppio. Sono gli invisibili che popolano le campagne del Basso Tavoliere.

venerdì 18 gennaio 2013

Tante pale, pochi soldi


Pochi milioni di euro ed una valanga di pale eoliche. Finito il tempo delle royalties – il “pegno” pagato dalle società per la colonizzazione dei territori – adesso i Comuni devono accontentarsi del cosiddetto “ristoro”. Detto in soldoni: ripago la comunità per l’eventuale impatto ambientale con una media del 2 per cento (se va bene) sul fatturato. È quello che sta accadendo nei Cinque Reali Siti (Orta Nova, Stornarella, Stornara, Carapelle e Ordona), il territorio della Capitanata che negli ultimi tempi sta assistendo ad uno sviluppo forsennato del settore. Il compenso, nei casi migliori, si aggira tra i 100 ed i 200mila euro. Per il resto, ci sono piccole opere di pubblica utilità, come la realizzazione di un parco giochi all’interno della villa comunale di Orta Nova. “In passato la deregolamentazione del settore ha creato non pochi problemi – ammette il sindaco Iaia Calvio -, nel nostro caso ci sono alcune prese di posizione poco chiare della precedente amministrazione. Alcuni accordi con le società sono davvero discutibili”. Orta Nova, con Ascoli Satriano, rappresenta la punta dell’iceberg della corsa – in forte ritardo – all’eolico. Tra le società maggiormente attive c’è sicuramente la Inergia Spa, amministrata da Onorio Onori, con il quale ha sempre lavorato l’ingegnere ortese Mariano Marseglia. Ha presentato praticamente progetti in tutti i Comuni del Basso Tavoliere. Alcuni sono stati già realizzati, altri invece hanno avuto intoppi di diverso genere. Eurowind, ad esempio, società con sede ad Ascoli Satriano, sta battagliando aspramente per contrastare lo strapotere della spa di Ascoli Piceno. “Hanno chiuso l’accordo con il Comune di Orta Nova nel 2011 – spiega la Calvio -, poi i Comuni non hanno avuto più un ruolo determinante, se non nel parere in Conferenza di servizi: ma in questo caso, l’amministrazione precedente non ha ritenuto di esprimersi in alcun modo. Doveva essere quella l’occasione per far valere  i propri interessi e per, diciamo così, stabilire successivamente le misure compensative più adeguate”. Sul banco, ci sono altri 3 progetti. Complessivamente, Orta Nova non riuscirà a strappare nemmeno mezzo milione di euro.  A Carapelle, ad esempio, da un po’ di tempo si sta muovendo l’ingegner Marcello Salvatori, con due srl, Carapelle 1 e 2. Sempre nella cittadina del professor Alfonso Palomba, la Nextwind Srl ha proposto ad ottobre scorso il progetto per un parco da 24 mW. Anche qui, se riescono a spuntare le stesse condizioni di Orta Nova, si ricaverà qualcosa in più rispetto a 100mila euro. A Stornara, oltre alla solita Inergia, si è presentata Edison con un progetto da 46 mW. A Stornarella, invece, il Prie (Piano regolatore impianti eolici) mancato ha bloccato tutti i progetti: Inergia. Sorgenia spa, Fortore Energia e Daunia Wind (poi Margherita srl). Centinaia di mW fermi. “Non c’è stato più nulla – ammette il sindaco, Vito Monaco – ci sono un po’ di contenziosi in corso. Il Prie intercomunale con Orta Nova è saltato, e molte aziende stanno cercando di andare avanti o, quanto meno di recuperare gli investimenti per i progetti. Noi Comuni non riusciamo ad ottenere nulla, l’unico ‘compenso’ è l’introito dell’Imu. Ma questo è un altro discorso…”. Ad Ordona, dove ci sono già tre parchi eolici, nonostante la forte vocazione archeologica (Herdonia), sta per partire il parco di Elce Energia, la società di Rocco Bonassisa. Il sindaco Rocco Settimio Formoso ha sempre affermato: “Le royalties sono state anticipate alla passata amministrazione, la parte residuale in parte andrà a coprire i debiti in bilancio, il resto per attività di valorizzazione del patrimonio archeologico”. Per il momento, non si è visto ancora nulla. Eppure, per poche migliaia di abitanti, quattro parchi eolici (Inergia, Alerion, Eurowind ed Elce Energia) avrebbero dovuto portare ad un’opulenza estrema. Non è stato così. Anzi, al contrario, l’atteggiamento dei sindaci è stato in passato un incentivo fondamentale per le società che hanno colonizzato il Basso Tavoliere. Di soldi ne arriveranno pochi. Qualcosa è arrivato in passato dalle royalties. Una cosa è certa, di pale ce ne sono già a decine. Per qualcuno verranno piazzati ancora moltissimi aerogeneratori, non solo ad Orta Nova, ma anche a Stornarella, Stornara, Carapelle e ad Ascoli Satriano. Tuttavia non si riesce a comprendere quale sia stato, in un tema così importante, il ruolo dell’organismo intermedio – l’Unione - nella programmazione dello sviluppo delle rinnovabili. Probabilmente, semplicemente non ha profferito verbo.

domenica 11 novembre 2012

Il vento nuovo di Incaricopoli


Non c’è tregua per il sindaco di Orta Nova, Iaia Calvio (Pd). Dopo la bagarre in Consiglio comunale per la zona Pip, scoppia il caso dell’importante incarico affidato al segretario cittadino del suo partito, l’ingegner Salvatore Maffione.
Dopo le turbolenze nella maggioranza, con la presa di distanze dal partito di due consiglieri, quest’ultimo ha dichiarato: “A distanza di oltre un anno dall’elezione della sindaco Iaia Calvio, siamo tutti più preparati ed attrezzati ad affrontare con rinnovato entusiasmo la sfida del governo cittadino a cui l’amministrazione comunale ed i consiglieri hanno già impresso una decisiva svolta rispetto al passato, a partire dalla trasparenza procedurale e dall’affermazione della legalità”.
A dicembre scorso, l’ingegnere aveva lasciato il posto da consigliere comunale (a pochi mesi dall’insediamento) a Monica Ladogana (vicinissima al primo cittadino Calvio), per “motivi personali”. Tra questi, forse, potrebbe essere annoverato l’affidamento di un importantissimo incarico, per un progetto di circa 600mila euro, per gran parte finanziato dalla Regione Puglia.
La delibera di Giunta comunale di riferimento, infatti, la 181 del 23 ottobre 2012, fa riferimento all’”approvazione del progetto esecutivo per i lavori di urbanizzazione primaria e secondaria area Peep”. Il riferimento è agli interventi previsti dall’assessore regionale alla Qualità del territorio, Angela Barbanente, con il quale la Regione Puglia punta a “migliorare la qualità della vita degli abitanti nelle aree destinate ad edilizia residenziale pubblica”. In poche parole, si tratterà di opere di riqualificazione urbana, con particolare riferimento ad immobili di proprietà comunale, oltre che aree pubbliche (piazze, verde attrezzato, giardini, ecc.), riqualificazione energetica, trattamento delle acque reflue, strade ed altro ancora. L’importo massimo dell’impegno regionale è di 400mila euro (da restituire senza interessi). Ad Orta Nova è andato l’importo massimo. Ma c’è di più: con la stessa delibera veniva approvato il “progetto esecutivo dei lavori di completamento della viabilità e della pubblica illuminazione e per la realizzazione di un’area di verde attrezzato” per un importo complessivo di 642mila euro. Con una determina, è stato affidato l’incarico all’ingegnere piddino. Sull’argomento, ha proposto una interrogazione a risposta scritta (depositata ieri) il consigliere comunale d’opposizione ed ex sindaco, Peppino Moscarella, il quale punta il dito sulla previsione di sforamento del patto di stabilità: “Quali sono state – chiede – le procedure di evidenza pubblica seguite per l’affidamento dell’incarico professionale? Per quali motivazioni è stata affidata la sola prestazione professionale relativa alla progettazione esecutiva e non quella comprendente anche la direzione dei lavori, la sicurezza ed ulteriori incarichi propedeutici alla realizzazione delle opere, che di fatto comporterebbe l’affidamento dell’incarico professionale eludendo le procedure di evidenza pubblica? Per quale motivo la determina dirigenziale per l’affidamento dell’incarico all’ingegner Salvatore Maffione risulta pubblicata agli atti il giorno precedente alla delibera di Giunta di approvazione del progetto esecutivo area Peep? Se tale incarico – conclude – compromette il rispetto del patto di stabilità, considerato che lo stesso si farà fronte attingendo per 100mila euro alle risorse del bilancio comunale, e per 142mila euro quale cofinanziamento a carico del Comune di Orta Nova costituito di acquisizione delle aree oggetto di urbanizzazione e 400mila euro di cofinanziamento da restituire in 10 anni?”. Insomma, anche su questo bisognerà fare chiarezza. L’ingegnere ortese, negli ultimi anni ha lavorato molto negli altri comuni dei Cinque Reali Siti, in particolar modo a Carapelle, grazie al feeling con il sindaco Alfonso Palomba (Pd), e per via dell’importante sviluppo dell’edilizia negli ultimi anni nel centro del Basso Tavoliere. Ad Ordona, ad esempio, ha seguito per conto del comune la travagliata vicenda dell’esproprio dei terreni di proprietà della famiglia Cacciaguerra, finalizzata a sbloccare le risorse per l’area archeologica di Herdonia. Per di più, il suo studio è partner della Whiteenergy Italia srl di Deliceto, che ha realizzato ad Orta Nova uno dei parchi fotovoltaici più grandi d’Europa (circa 3mW).

l'Attacco, 
venerdì 9 novembre



Aumenta il malcontento sull’operato del sindaco di Orta Nova, Iaia Calvio. La “distrazione” del primo cittadino, che ad un anno e mezzo di distanza non ha prodotto granché, comincia a far venire qualche mal di pancia agli ortesi. Il periodo di particolare favore, le elezioni alle porte, e la visione “partitocentrica” dell’avvocato del Basso Tavoliere, stanno creando un guado pericoloso. I primi segnali – anche se motivati da ben altre ragioni – sono arrivati da due consiglieri comunali di maggioranza dichiaratisi indipendenti.
Un passo che, se non fa temere sulla tenuta del governo, lascia certo ampi margini di “ricatto”. Ma ciò che dovrebbe contare di più, oltre alle beghe di palazzo, è certamente il ventre degli elettori. Quelli sì che ancora non hanno ben compreso qual è il vento nuovo. Pesano le scelte adottate nella definizione dello “staff del sindaco”, con personaggi riciclati nei partiti cui sono state attribuite deleghe già in capo agli assessori (esterni) scelti dalla Calvio. Non è dunque l’obolo – poche centinaia di euro per il rimborso spese – ma la sostanza delle deleghe, ed il “peso” degli assessori a preoccupare.
Anche perché, uno dei consiglieri, tale Tommaso Pasqua (vicino all’assessore regionale al Welfare, Elena Gentile), sta portando avanti una battaglia sullo staff (!) nominato dal sindaco Antonio Potenza: “Lo staff del sindaco – ha attaccato in un comunicato - ha più componenti dei consiglieri comunali di maggioranza, con tanti saluti al contenimento dei costi della politica e alla gestione democratica e partecipata dell'Ente”. Proprio lui che prende i “buoni benzina” per amministrare la cosa pubblica ad Orta Nova, dopo il flop alle amministrative nel comune dell’Alto Tavoliere. Per non parlare delle consulenze esterne, con non meglio precisati periti – senza perizia – provenienti (qualcuno dovrà spiegare a questo punto perché) dalle località più remote. Si vede poco in giro Iaia. La si vede più agli incontri di partito, sui giornali. Non è il sindaco di una metropoli, eppure dopo un paio di settimane, nelle quali ha ascoltato le istanze dei cittadini, si è arroccata nelle logiche di partito. Qui è sempre presente. Con la spilla, al petto, di “sindaco del cambiamento”. Più sperato che vissuto. 

martedì 18 settembre 2012

Il costo della crisi in Capitanata


L’ultimo report sul lavoro della Provincia di Foggia offre uno spaccato decisamente poco ottimistico. Recede il tasso di occupazione, non ci sono sbocchi per le figure professionali formate al meglio ed aumentano gli inoccupati: gli scoraggiati che ormai non cercano più un lavoro. “La provincia di Foggia – ha commentato l’assessore provinciale al Lavoro, Leonardo Lallo – sta scontando più delle altre province pugliesi gli effetti della crisi economica. Le assunzioni sono al palo, mentre si continuano a preferire soggetti a bassa scolarizzazione. Gli ottimi risultati dei corsi di formazione, poi, sono frustrati dalla scarsissima rispondenza del mondo dell’impresa”. In sintesi, è questo il quadro di riferimento. Ma il dettaglio dei dati offre spunti ancora più pessimistici. L’unico dato positivo, sembra essere l’emersione di una fetta importante di lavoro nero nell’agricoltura, grazie ai notevoli controlli degli ultimi anni.
La crisi economica internazionale iniziata nel 2008 ha pesantemente coinvolto il sistema economico
foggiano causando flessioni in termini di produzione e di valore delle esportazioni. Con questo rapporto l’Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro della Provincia di Foggia fa riferimento in primo luogo alle dinamiche occupazionali e alle tendenze del mercato del lavoro osservate per gli anni 2009, 2010 e 2011.
I dati di fonte del sistema informativo “Sintesi” elaborati nell’ambito dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro ampliano il tradizionale campo di osservazione dei fenomeni occupazionali ed in particolare forniscono mensilmente gli stock occupazionali relativi alla popolazione residente con una disaggregazione dei dati per genere, settore di attività economica, classe d’età, tipologia contrattuale. 

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mercoledì 4 luglio 2012

Caduti in corsia secondo Il Fatto Quotidiano



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Sanità, Puglia e Lombardia accomunate dalle indagini sulla lottizzazione del potere

In 'Caduti in corsia', libro-inchiesta del giornalista foggiano Michele Iula, tra le altre cose emerge lo strano parallelismo tra due realtà diametralmente opposte in termini di offerta ospedaliera

di Roberto Rotunno


Che cosa hanno in comune la sanità pugliese e quella lombarda? Due modelli così agli antipodi? Se lo è chiesto Michele Iula, giornalista foggiano, e ci ha dedicato un intero capitolo del suo libro “Caduti in corsia. Viaggio in un’Italia malata“, in libreria per Editori Riuniti dallo scorso febbraio. Se lo è chiesto, e si è anche accorto che di analogie tra questi due sistemi del tutto opposti (se si pensa che la Puglia punta sul pubblico mentre in Lombardia vige la “liberalizzazione spinta”), ce ne sono eccome e riguardano il “modus operandi politico”.
“La lottizzazione dei posti di potere secondo le logiche della politica”. E’ questo aspetto a fungere da trait d’union. Non è un caso che sia la sanità pugliese (che a causa del suo enorme deficit sta facendo i conti con un Piano di rientro “lacrime e sangue”) sia quella lombarda (che i bilanci li ha in ordine da nove anni) abbiano soprattutto negli ultimi tempi dato parecchio da lavorare alle procure, le quali indagano fino a raggiungere spesso gli scranni più alti del potere.
E’ successo in Puglia, dove la magistratura barese ha chiesto l’arresto di Alberto Tedesco, nominato assessore da Vendola dal 2005 al 2008 nonostante l’enorme conflitto di interessi e dimissionato solo dopo le notizie delle indagini per andare a rifugiarsi in Senato e godere dell’immunità parlamentare. Ed è successo anche in Lombardia, dove i rapporti tra il governatore Roberto Formigoni, il consulente Pierangelo Daccò e la Fondazione Maugeri sono finiti nelle scorse settimane sotto la lente degli inquirenti (quest’ultimo particolare non riportato nel libro, perché pubblicato prima della diffusione della notizia sullo scandalo lombardo).
E se poi si facesse il nome di Don Verzè? Sarebbe impossibile non risalire con la mente alla scorsa estate. Quando le vicende lombarde relative al maxi indebitamento dell’ospedale fondato dal “diavolo di prete”, per dirla alla Vendola, si intrecciarono con le cronache pugliesi, visto il progetto della giunta regionale di costruire un nosocomio a Taranto tramite una fondazione privata ma di proprietà dell’ente pubblico e con la collaborazione del San Raffaele di Milano. Progetto poi revocato da Vendola stesso durante lo scorso inverno.
Insomma, c’è questo e molto altro nelle 175 pagine di Caduti in Corsia, libro-inchiesta ricco di notizie e dati raccapriccianti. Una analisi delle molteplici criticità che presenta la “prima azienda italiana”. La sanità, appunto. Un settore che dispone di 110 miliardi di euro all’anno e che impegna i due terzi dei bilanci regionali. Ma che continua a prestare il fianco ai grandi scandali che riguardano praticamente tutto il territorio nazionale. Senza contare le singole storie – riportate nel libro – di cittadini alle prese con le interminabili liste d’attesa o le tragedie di chi ha girato l’Italia sperando di trovare sollievo alle proprie sofferenze ma trovandosi vittima di gravissimi episodi di mala-sanità. Il tutto accompagnato al racconto dei problemi che incontrano le regioni costrette ai tagli dai piani di rientro, o degli sprechi che non ti aspetti che riguardano le regioni del Nord, cosiddette ‘virtuose’ e prese a modello dal resto d’Italia.
Michele Iula è un giornalista che scrive per L’Attacco, quotidiano di Foggia. L’anno scorso è stato vittima di un’aggressione da parte di un dirigente della sanità pugliese che, dopo essere stato tirato in ballo in una serie di articoli, ha organizzato una vera e propria spedizione punitiva nella redazione del cronista. Durante il grave episodio, Iula è riuscito a registrare l’audio e il file ha fatto in poche ore il giro del web, fino a finire sulla stampa nazionale.





LINK: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/03/sanita-puglia-e-lombardia-unite-dalle-indagini-dei-pm-sul-sistema-di-spartizione/282484/