venerdì 6 giugno 2008

Visto dall'interno


Sul Cervaro, la natura inerme è stata violentata. Il fiume cerca affannosamente di riprendere il suo corso originario. Non basteranno certo i 3-400 milioni di euro previsti. Lo sfregio è immane; la cicatrice resterà per molto tempo ancora. La discarica abusiva è un enorme pachiderma immerso nella natura e tra le coltivazioni. Il minuzioso progetto è riuscito nell’intento di nascondere un elefante! Il laborioso andirivieni di 30 mezzi pesanti, ogni giorno per circa quattro mesi, stava costruendo l’orrido paesaggio. Dalla strada provinciale 106, si scorge solo l’ammasso di inerti della cava di proprietà della famiglia Valente. Il sentiero, pieno di buche per l’assiduo traffico di tir, porta all’ingresso della cava, che è poi l’ingresso principale della discarica. Non si può mai immaginare cosa c’è dietro quegli ammassi di materiale. La curiosa scritta: qui si vendono gli inerti a peso, dovrebbe essere seguita da: e si depositano rifiuti di ogni specie, pericolosi e no. Si passa tra le dune di inerti, seguendo il sentiero segnato dalle ruote di quei possenti mezzi. Una curva a destra, poi subito a sinistra: ecco una strana salita. Curiosa perché, dall’altra parte, dove il nostro occhio non può arrivare, se non dopo essere giunti sulla sommità, vi è il Cervaro. Una bella copertura, per chi voglia trafficare senza essere visto. Questa salita è stata costruita pian piano, per non dare nell’occhio: in un anno, evidentemente era tutto previsto nel progetto. Dalla collinetta artificiale, si notano all’orizzonte le pale eoliche che sovrastano Giardinetto. E’ davvero vicino a contrada “La Verità”. Tutto questo territorio, un triangolo disastroso dal punto di vista ambientale, è lo schiaffo in faccia che nessuno merita. Non lontano dalla cava, un centro di trattamento dell’acqua dell’Acquedotto Pugliese, sembra l’ulteriore presa in giro. Scendendo dalla collinetta artificiale, le curve del torrente Cervaro sono ai nostri piedi. Ma non è un problema attraversarlo con le quattro ruote motrici o con i pesanti tir. Attraversato il corso d’acqua, a duecento metri sulla sinistra, si nota la vistosa deviazione: il sentiero di terriccio artatamente costruito sul quale camminiamo, ramifica il torrente in due rigagnoli, che adesso scorrono a destra e a manca. Ai lati della strada, alcuni paletti dipinti a strisce rosse e bianche, segnano ai tir il percorso da seguire. Piccole condotte sotto i ponticelli di attraversamento, canalizzano l’acqua nel percorso voluto. La vegetazione è schiacciata dai sassi, pare quasi volersi ritirare verso la sorgente del fiume. Come una croce conficcata nel terreno malsano, il cartello recita: area sottoposta a sequestro. Inizia il paesaggio lunare. Il terreno è soffice, molle e tutto spaccato: non riusciamo neanche ad immaginare cosa abbiamo sotto i nostri piedi. Tutto può cedere da un momento all’altro. Una pioggia intensa potrebbe far smottare l’intera area chissà dove (forse Manfredonia). Le profonde buche, danno il senso della situazione. Siamo nel bel mezzo della voragine: gli argini sono soprelevati di circa un metro e mezzo: non hanno fatto in tempo a riempire tutto, fino all’altezza dei campi limitrofi. Grano, pomodori ed ogni tipo di coltura, circondano gli “otto campi di calcio” dell’ecomostro. Lo sguardo si perde: l’occhio vede iniziare i percorsi tra le collinette dei rifiuti, ma non vede mai dove vanno a finire. Immensa. Le zolle che fuoriescono dal terreno hanno colori strani: color zolfo, grigio e nero. Il nero è il percolato che filtra nel terreno. E dal terreno al fiume. I vasconi delle campagne prendono quest’acqua e la disperdono nei terreni per irrigarli. Ne abbiamo visti di squallidi e fatiscenti. Il resto, trasportato dal fiume, finisce dritto alla foce, a mare. E pensare che questo territorio fa parte del demanio pubblico. Sono partiti dal privato e si sono allargati senza alcun riguardo, sfacciatamente e noncuranti delle istituzioni. Volevano, addirittura, creare un nuovo accesso nella zona nord, verso Giardinetto per intenderci: fortunatamente sono stati bloccati delle forze dell’ordine. All’interno dell’area, proseguivano i lavori di accomodamento del suolo; era già prevista una nuova deviazione del torrente, nella zona est. Avrebbe facilitato i lavori di trasporto verso il lontano confine est, delimitato dal vecchio ponte ormai in disuso. Non è stato necessario l’intervento dell’Arpa, per verificare lo stato del sito. “la Procura ci ha messo ogni mezzo a disposizione”, ci spiega il maresciallo Raffaele Luigi, di stanza a Castelluccio Dei Sauri. Dunque, il progetto prevedeva l’ampliamento della già notevole area. Nel frattempo, sarebbero giunte ogni giorno migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi. Seppelliti sotto questo terreno particolarmente friabile e permeabile, senza alcun trattamento specifico. Ritornando alla cava, dopo essere saliti sulla vetta artificiale più alta, si riesce a vedere quasi tutta la discarica. Si vede nettamente la biforcazione del fiume in due torrenti, il tentativo di realizzare un nuovo sentiero di nuovo in mezzo al fiume, a est; si vede, in direzione Giardinetto, la traccia di ogni passo del processo di estensione: si sono estesi senza alcun problema nel demanio pubblico. Alle nostre spalle, dov’è la cava, un rumore ci distrae. Pare essere un camion. Non dovrebbe passare nessuno; il terreno, anche quello della cava, è sotto sequestro. Il maresciallo ci rassicura: “stanno facendo semplici lavori di riparazione”.


l'Attacco

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi raccomando, non fatelo sapere in giro!...altrimenti la nostra agricoltura è fottuta!!...vero Assessore Petrocelli!?!? (il nostro luminare della materia agricola-ambientale)..in fondo che sarà mai, Orta Nova è lontanissima, la nostra Agricoltura è sanissima, lo ha scritto anche la Mercaldi!

Anonimo ha detto...

non è possibile... sono incredibili le cose che sto sapendo da qualche mese ormai...e invece chissa da quanti anni c'era questo "mostro"!!!!
nessuno FACEVA niente...
spero che quell'imperfetto non diventi presente!!!!

Anonimo ha detto...

Adesso?
No dico. Adesso cosa si fa?
Si attende con trepidanza che i collusi della Provincia facciano compagnia a Re Palla di Lardo.
Ma poi? Per quanti anni ancora, continuerà lo sversamento di materiale tossico nel Cervaro?
E nelle falde?
perchè forse non tutti lo sanno, ma il torrente Cervaro è un torrente "strano": in pratica scorre per metà in superficie e per metà sottoilsuolo...
Mio nonno mi raccontava spesso di persone, finiteci dentro con l'intero trattore...e mai più ritrovate. Che il Signore ci protegga...che la Chiesa cominci ad intervenire decisa. Qui non è più tempo per le opinioni politiche. Qui è solo giunto il tempo di combattere senza sosta e senza quartiere quelli che a buon diritto possiamo definire I REGGENTI DEL TRONO DI SATANA.

Anonimo ha detto...

UNA COSA CHE NON RIESCO A SOPPORTARE SONO LE MEZZE VERITA’.
LE RITENGO UN MODO SUBDOLO PER FAR PASSARE UN MESSAGGIO FALSO E FRAUDOLENTO SENZA AVERNE IL CORAGGIO.
SUI TERMOVALORIZZATORI E SUL MODO PIU’ GIUSTO E CONVENIENTE DI TRATTARE I RIFIUTI SI ASSISTE ALL’APOTEOSI DELLA MISTIFICAZIONE CON LA TECNICA DELLE MEZZE VERITA’.
SI PARLA DEI VANTAGGI E MAI DEI PERICOLI, SI DECANTANO LE “VIRTU’” E BLANDAMENTE SI ACCENNA AI DIFETTI. SI EVOCA LO SPETTRO DEL COLERA PER COSTRUIRE MACCHINE DI MORTE. INOLTRE IL TERMINE TERMOVALORIZZATORE E’ FUORVIANTE. INFATTI, SECONDO LE PIU’ MODERNE TEORIE SULLA CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI GLI UNICI MODI PER “VALORIZZARE” UN RIFIUTO DOVREBBERO ESSERE PRIMA DI TUTTO IL RIUSO E POI IL RICICLO.
LA MEZZA VERITA’ STA’ NEL DESCRIVERE UN INCENERITORE COME UN’INNOVAZIONE TECNOLOGICA, MA LA VERITA’ INTERA E’ CHE IL PRIMO INCENERITORE FU COSTRUITO AD AMBURGO, IN GERMANIA, NEL 1895.
SUCCESSIVE MODIFICHE TECNICHE E IL MIGLIORAMENTO DELLA FASE DI FILTRAGGIO DEI FUMI HANNO PORTATO A MIGLIORARE LA QUALITA’ DELLE EMISSIONI VOLATILI, SENZA PERO’ MAI RISOLVERE COMPLETAMENTE IL PROBLEMA DELLE DIOSSINE E DELLE NANO-POLVERI CHE, DA RECENTI STUDI INTERNAZIONALI, RISULTANO ESSERE CAUSA DI UN SIGNIFICATIVO INCREMENTO DI CASI DI TUMORI PER GLI ABITANTI NEL RAGGIO DI 30 CHILOMETRI DALL’INCENERITORE.
QUANDO FURONO CONCEPITI SI PENSAVA CHE ESSI FOSSERO IL MODO PIU’ MODERNO ED EFFICACE DI LIBERARSI DEI RIFIUTI. E LO SONO STATI FINO A QUANDO SI SONO PERFEZIONATI NUOVI E PIU’ EFFICACI MODI DI “GESTIRE” I RIFIUTI, SENZA BRUCIARLI E SENZA PRODUZIONE DI POLVERI PERICOLOSE.
QUANDO SI ECCEPISCE ALLA DOMANDA DEL PERCHE’ OGGI NESSUNO VUOLE UN INCENERITORE CONTRAPPONENDO LA TESI CHE IN ALTRE ZONE D’ITALIA E DELL’EUROPA ESISTONO DA ANNI GLI INCENERITORI E NESSUNO SI LAMENTA, SI FA FINTA DI DIMENTICARE CHE NESSUN ABITANTE DELLA ZONA INTERESSATA DAL SUO “RAGGIO D’AZIONE” SI RITIENE SICURO DI NON ESSERE IN QUALCHE MANIERA COLPITO E SI OMETTONO COLPEVOLMENTE I DATI SULL’INCREMENTO DEL RISCHIO DI CANCRO POLMONARE, DEL SARCOMA DEI TESSUTI MOLLI, DEI LINFOMI, SULL’INCREMENTO DI MORTALITA’ NELLE DONNE PER TUMORE DEL COLON E DELLA MAMMELLA.
OGGI, NEL 2008, CI SONO ALTERNATIVE PIU’ VALIDE ALL’INCENERIMENTO DEI RIFIUTI, LA TECNOLOGIA CE LO PERMETTE, BASTA VOLERLO.
SE NESSUNO AVESSE MAI CONSTATATO LA PERICOLOSITA’ DELL’ETERNIT, RITENUTO NEGLI ANNI SETTANTA UN’INNOVAZIONE TECNOLOGICA, OGGI I TETTI E LE GRONDAIE SI COSTRUIREBBERO ANCORA CON QUESTO MICIDIALE MATERIALE. LA TECNOLOGIA CI PERMETTE DI CHIAMARE CON UN TELEFONINO CHIUNQUE E QUANDO DESIDERIAMO, COSA IMPOSSIBILE UNA DOZZINA DI ANNI FA. INTERNET CI PORTA IL MONDO SULLA NOSTRA SCRIVANIA, STANDO COMODAMENTE SEDUTI DAVANTI AD UN MONITOR, IMPENSABILE L’ALTROIERI.
ALLORA PERCHE’ FERMARSI AD UNA TECNOLOGIA SOSTANZIALMENTE ANACRONISTICA E PERICOLOSA PER L’UOMO QUANDO SI TRATTA DI RISOLVERE IL PROBLEMA DEI RIFIUTI? CHI VUOLE SPECULARE SULLA NOSTRA SALUTE?
LE MEZZE VERITA’ NON LE VOGLIO PIU’ SENTIRE.

losservatoreortese

Anonimo ha detto...

A furia di dare notizie "bomba" una esplosione vera c'e' stata all'agenzia funebre "materfilius" di Viale ferrovia oggi nel primo pomeriggio. Sappiamo quale giro d'affari attorno al business del "caro estinto" ci sia, non vorrei che l'evento sia da collegarsi ad una guerra fra agenzie funebri.
Attendiamo notizie piu' precise.

Anonimo ha detto...

Napoli è ovunque. Discariche abusive, puzze insopportabili, carogne a cielo aperto, veleni sversati nei campi sono una caratteristica del paesaggio italiano. E’ sufficiente un giro in bicicletta fuori porta per scoprire i nuovi tesori. Una macchina fotografica, una mascherina contro gli odori pestilenziali. Tutti possiamo diventare cercatori di monnezza.
Napoli non è sola. Napoli è ovunque ci sia un’amministrazione pubblica corrotta. Napoli è ovunque i cittadini si voltino dall’altra parte per paura, per indifferenza o per mancanza dello Stato. Ovunque ci sia un sindaco, un assessore, un parlamentare che si faccia eleggere grazie alla contiguità con le mafie.
La spazzatura è il simbolo della seconda Repubblica. L’ultimo e più lucroso business dei partiti. I partiti sono la vera piovra. Si sono divorati l’Italia. Gli rimane il business degli inceneritori e delle discariche.
Napoli è a Castellamonte, nel verde Canavese, con sindaci, dirigenti e impiegati dell’ASA, azienda per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, finiti sotto inchiesta o agli arresti domiciliari. La Procura li accusa di aver disperso e mescolato i rifiuti in terreni agricoli o stoccati in discariche abusive. Napoli è in Piemonte dove, prima dell’esito dell’inchiesta: “I sindaci sono schierati al fianco degli indagati” e: “I lavoratori sono solidali con i vertici”.
Napoli è in Lombardia, nelle discariche di Gorla Maggiore e di Olgiate. Nell’inchiesta Monnezza Connection. I rifiuti provenienti dal Sud invece di essere trattati erano mescolati con scarti industriali, tramutati nelle carte in rifiuti non pericolosi e spediti a Grottaglie in provincia di Taranto.
Napoli è nei cinquecentomila metri cubi di spazzatura in una discarica abusiva in Puglia che ha inquinato il fiume Cervaro.
Napoli è nel degrado del Parco dell’Etna dove, più che la natura, sono protette le discariche abusive, con un degrado spaventoso.
Basterebbero poche parole per cambiare tutto: “Raccolta differenziata” e “La spazzatura è una risorsa”. La peste è intorno a noi. Napoli può essere la tua terra, il tuo assessore, il tuo sindaco, il tuo partito. Un’epidemia trasmessa dall’indifferenza.

Anonimo ha detto...

Pillola blu ti svegli domani
e non ricordi nulla,
pillola rossa scopri quant'è
profonda la tana del bianconiglio..."

(dal film "Matrix")


IL PROBLEMA VERO è che Il Parlamento, ovvero LA POLITICA, in Italia, NON HA più un legame con il Paese. Da tempo.

Il Porcellum di Calderoli ha potuto agire indisturbato per ben due volte ed alla seconda volta...siamo stati duramente puniti, come Nazione intendo, per la nostra Ignavia....perchè la colpa è di TUTTE LE FORZE POLITICHE (anche di quelle che non sono più in Parlamento), i quali, una volta seduti sulla Poltrona…non si sono più alzati, ed ovviamente la nostra, che, a partire dalla Politica Locale e dal DINISINTERESSE che per essa proviamo, rendiamo possibile pagliacciate come quella del Sindaco Rolla…ed Orrori immondi, dalla discarica nel cervaro, alla missione “di pace” per difendere i pozzi petroliferi in Iraq...dagli stessi Iraqueni: a volte mi commuovo, per la nostra bontà..Già, però poi ripenso e dico: MA. Siamo davvero sicuri che questa “politica”, ovvero di tutte le scelte, dalla politica Estera, alla stesura del Piano Regolatore del Paese in cui viviamo, siamo realmente SCELTE CONDIVISE?
E se anche ammettiamo che lo siano, il punto è: DA CHI??

IL POPOLO ITALIANO

in questo momento NON HA RAPPRESENTANTI in Parlamento, se non in quella parte dell'Italia che è sempre stata quella più "SVEGLIA": IL NORD.

La Gente del Nord i suoi "rappresentanti" ce li ha. Certo, sono un vero insulto vivente all'Italia e agli Italiani, però,tant'è… Quàtt féss i tèn'n.

NOI del SUD:
Chi abbiamo? Qual'è la Forza Politica che in questo momento rappresenta gli interessi VERI e reali della Gente del Sud? (a parte, per, puro ed autentico culo, l’Amministrazione Vendola )?

Non c'è.
Punto. Siamo ritornati esattamente nella stessa situazione di 100 anni fa...

Allora. Da dove ri-cominciamo?

Dall'IMPEGNO POLITICO?

E come?
Se i Partiti ormai sono solo delle "Sedi di Rappresentanza" dei Nostri Signori e Padroni Assoluti? Da dove si ri-parte? Dalla Piazza? Si. Un'idea. Ma "l'autorizzazione"? Eh, eh. Come fare a non ridere...

Come si fà a parlare seriamente, serenamente e pacatamente delle possibili soluzioni?

UNA POSSIBILE SCAPPATOIA, UNA TIMIDA ALTERNATIVA….

IL VEGGENTE ORWELL, aveva previsto Tutto,
fin da quando scrisse la "Fattoria degli Animali", in cui vide il paradosso del Comunismo (ché una DITTATURA è una dittatura, qualsiasi sia la bandiera sotto la quale si nasconde..) e poi proseguendo con il superbo romanzo "1984"…

…L'UNICA Cosa Che Distingue la Nostra Attuale Società di Massa (nei Rapporti Sociali ampiamente intesi e nei Rapporti che Abbiamo con il POTERE di Governo, I QUALI ATTUALMENTE SONO, DI FATTO, SOLO “ILLUSORI”…è:

INTERNET.

INTERNET è "Il Fattore X", ovvero l'imprevisto non prevedibile che rende Questo Nostro Presente (che all'epoca di Orwell era solo un possibile Futuro), diverso da quello immaginato dal grande scrittore e Politologo Inglese.
Attenzione, si badi bene: di DIVERSO, ci sono ”solo” le POTENZIALITA’ CHE LA VERITA’ HA, di venire a galla.

Poco forse…
MA è una gran cosa.
E’, come dire,…l’Ancora di Salvezza (mentre nel Grande Fratello di Orwell non c’è Salvezza: nella società pre-cognizzata da Orwell, la Verità non ha nessuna possibilità di venire a galla...e, quindi, addirittura ….neanche nessuna possibilità di esistere).

ORA.
Sul Perchè Internet non sia (ancora) sotto controllo ... è un discorso che richiederebbe una sede di discussione diversa...perchè alcune Verità sembrano quasi impossibili da credere...ma sono vere, vere quanto lo sono I Protocollo IP: Chi li controlla?
Controllare i protocolli IP vuol dire AVERE il Dominio Assoluto sul Pianeta.

www.tools.ietf.org/html/rfc791

Stupiti? Credo di no. Allora perchè esistono ancora i blog? Eppure Prodi, quel Porco Schifoso, ci aveva provato a fermarli...

www.firmiamo.it/salviamointernet

Ma Niente. Allora?
Allora la risposta è che, per qualche ragione a noi oscura (ma di per sé molto ehmm, diciamo così, “LUMINOSA” i blog ancora esistono su Internet, mentre per quanto riguarda i Protocolli IP…eh, eh eh… diciamo che essi sono attualmente in "buone mani"..:) :)…

MA che cosa possiamo realmente fare ALLORA?

Nulla.
Nulla se non RAGIONARE, per ora.
Ma il ragionamento DEVE AVERE Basi solide (del resto è per questo, FORSE,...che i blog ci sono: la scrittura spersonificata stimola ed agevola il ragionamento (almeno nei casi di normale Q.I…), in quanto in tal modo è possibile liberarsi da ogni sentimento di appartenenza ad un gruppo sociale (fenomeno instaurato dall’assenza di una identità) e quindi, in definitiva, da ogni “sentimento” nella discussione. LIBERATI DAI SENTIMENTI DI APPARTENENZA ad un gruppo sociale, allora siamo LIBERI…

TUTTAVIA LE SOLIDE BASI da cui partire, devono essere FONDATE a partire dal Prendere Atto di NON avere più rappresentanti dei NOSTRI INTERESSI (di quelli cioè della gente comune) e dei nostri problemi, nè al Governo, nè in Parlamento.

Senza questa necessaria consapevolezza...è inutile anche cominciare, FORSE, una discussione seria. Perchè...il "bianco coniglio", prima di stanarlo per combattere le sue ILLUSIONI...DEVI SAPERE… almeno che esiste.

Saluti

Anonimo ha detto...

11 SETTEMBRE 2001 U.S.A.

11 MARZO 2004 MADRID

11 GIUGNO 2008 SENTENZA T.A.R. SU RICORSO AGECOS
(speriamo che l'esito sia meno infausto)

Anonimo ha detto...

SI ASSISTE IN TV A DELLE FARSE COSTRUITE AD ARTE DA POLITICI CORROTTI E INCOMPETENTI CON LA COMPLICITA' DI GIORNALISTI COMPIACENTI E SERVILI AL FINE DI CREARE CONSENSI GENERALI E QUINDI POTER AGIRE INDISTURBATI GRAZIE ANCHE ALLA CONSEGUENTE PROBABILE LEGITTIMAZIONE POPOLARE CHE NE DERIVA.
E' IL CASO DELLE DISCARICHE E DEGLI INCENERITORI DI CUI TANTO SI PARLA IN TV E SUI GIORNALI, SENZA CHE CI SIA UN VERO CONFRONTO FRA ESPERTI "SGANCIATI" DA OGNI INTERESSE ECONOMICO E DI PARTITO E POLITICI CHE RITENGONO DI POSSEDERE LA PANACEA PER TUTTI I MALI. ALCUNI DI QUESTI ULTIMI, SALITI DI RECENTE AL POTERE, SI CHIEDONO COME MAI A NAPOLI E IN GENERE NEL SUD ITALIA SI FACCIANO "TANTE STORIE" SE IL GOVERNO INDIVIDUA UN SITO PER I RIFIUTI E/O PER GLI INCENERITORI VICINO AD ABITAZIONI OVVERO IN UN QUARTIERE DENSAMENTE ABITATO, QUANDO DA DECENNI A ROMA(DENTRO ROMA) SI TROVA UNA DISCARICA DI RIFIUTI DI OGNI TIPO E LA GENTE NON SI LAMENTA, ANZI!
OVVIAMENTE LA REALTA' E' BEN DIVERSA E LE NOTIZIE CHE RIGUARDANO "L'UMORE" DEI CITTADINI RESIDENTI NEL "QUARTIERE DISCARICA" SI DEVONO CERCARE CON IL LANTERNINO.
RIPORTO UN'ARTICOLO(RARO)CHE FA UNO SQUARCIO NELLA FITTA COLTRE DELLA CENSURA GIORNALISTICA.

Roma, monnezza alle porte

Alla discarica di Malagrotta, la più estesa d'Europa, fra denunce, condanne, proroghe e liti tra Comune e Regione


Sono 160 ettari: una volta era un terreno, da quarant’anni è una discarica. Anzi, una delle discariche più esplosive d’Italia, la più estesa d’Europa. La maglia nera di questo Paese l’aveva definita l’Eurispes in un rapporto dello scorso anno, una maglia ogni giorno più sottile che copre i rifiuti della capitale e le impedisce di diventare la prossima Napoli. Ma quanto ancora riuscirà questa maglia nera a proteggere Roma e dintorni? Un incontro tra il sindaco Gianni Alemanno e il presidente della Regione Piero Marrazzo dovrebbe decidere le sorti della Capitale e delle sue strade. Ma se poco è stato fatto in passato, quando amministrazione e regione avevano lo stesso colore politico, è tutto in salita il cammino ora che il Campidoglio è in mano al Pdl.

«E però il tempo è scaduto, la discarica dovrà essere adeguata alla normativa europea entro il primo ottobre. In caso contrario resta solo la chiusura», afferma Sergio Apollonio, l’uomo che da anni guida il Comitato Malagrotta. La chiusura vuol dire per l’appunto che l’effetto-Napoli è alle porte. «Solo Malagrotta riesce ancora a evitare che le strade romane siano sommerse di spazzatura», conferma Fabrizio Santori di An, oggi consigliere del Pdl a Roma.

Chi ci vive, lo sa. Dai loro balconi vedono un panorama sempre diverso: colline di rifiuti che si modificano nel tempo, crescono, si spostano, assumono forme nuove. E non solo: da quei balconi, oltre le colline eternamente mutanti, si vedono anche un gassificatore, una raffineria, depositi di carburante, uno stabilimento di rifiuti ospedalieri. Da queste parti le costruzioni meno tossiche sono un bitumificio e un cementificio. E se cammini per le strade trovi dei cartelli che se non altro hanno il pregio dell’onestà perché ammettono che questa è zona «Seveso 2, a rischio rilevante».

A vivere in una zona «a rischio rilevante» non sono dieci persone ma quarantamila, un pezzo di periferia romana, affollato quanto una cittadina di provincia. Sono loro ad aver visto giorno per giorno la nascita di questo mostro che sembra non avere fine. Partorito a forza di proroghe.

Nel 2004 fu proprio Manlio Cerroni, potente padrone della discarica, ad ammettere che la capacità di accogliere rifiuti era giunta al termine. E, invece, poi ecco il miracolo. Cerroni annunciò «un significativo abbassamento del livello di rifiuti imputabile all’assestamento fisiologico degli stessi e alla perdita di massa dovuta alla produzione di biogas». E, quindi, proroga.

Malagrotta va avanti e non c’è limite alla fantasia. «Hanno scavato nella massa dei vecchi rifiuti - racconta Sergio Apollonio - Hanno addirittura spiantato 4 mila palme che il proprietario si era vantato di aver piantato su vecchi lotti. Le palme sono state ripiantate a 5 mila metri di distanza. Le ruspe hanno scavato nella massa dei rifiuti dei vecchi lotti ormai chiusi in modo da fare posto a un nuovo buco e metterci dentro 1 milione e 350 mila tonnellate di rifiuti».

L’ultima trovata è quella dei fanghi. «Ora non vengono scaricati più, li portano in Toscana», prosegue il portavoce del comitato.«Un altro escamotage per creare spazio», commenta Fabrizio Santori. Nel frattempo piovono denunce e condanne. Francesco Rando, l’amministratore delegato della società che gestisce la discarica, è stato già condannato due volte in via definitiva, una volta è stato assolto in appello. Ora ha il quarto processo in corso per smaltimento non autorizzato di percolato. La sentenza è a novembre.

Il primo ottobre l’Europa pretenderà che Malagrotta si trasformi in un impianto inappuntabile. «Tre mesi per trasformare questo ammasso schifoso di rifiuti in un luogo dove tutto funziona secondo criteri scientifici in un clima quasi asettico. Non ce la faranno mai», spiega Sergio Apollonio.

Lo sanno tutti che non ce la farà mai, ed infatti la Regione Lazio sta lavorando a un piano straordinario per evitare la chiusura e la mutazione di Roma in una Napoli moltiplicata per dieci. Nel piano è previsto un investimento di un miliardo di euro per il potenziamento della raccolta differenziata e degli impianti di termovalorizzazione. A Roma l’assessore per l’Ambiente vorrebbe quattro termovalorizzatori: uno a Malagrotta e un secondo, sul quale c´è una verifica in corso, ad Albano. Poi ci sono quelli di Colleferro e di San Vittore. Ma dalla Regione è già arrivato uno stop: «Non servono», ha avvertito il vicepresidente della Giunta Esterino Montino. E i Verdi di certo non staranno a guardare.

Intanto sta per andare in funzione il gassificatore, voluto dal centrosinistra come la grande alternativa a Malagrotta. Ma è già chiaro fin da ora che solo una parte dei rifiuti potrà essere bruciata. Il resto avrà bisogno della solita, buona, vecchia discarica.

DA: LA STAMPA 10/06/2008

Anonimo ha detto...

NOVE MUSE.
FILOSOFIA DEL SUCCESSO……E STRONZATE VARIE.

RONF RONF RONF RONF! DORMIAMO! BEAMOCI DI QUESTE MUSE FILOSOFICHE.
ECCO SPUNTARE UN TEMPLARE. POI UNO CHE IN PASSATO HA CHIESTO TANGENTI PER FAR ASSUMERE INSEGNANTI. QUALCHE RAGAZZO IN CERCA D’AUTORE E LA VITA CONTINUA.
E GLI INCENERITORI PURE.

PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI…………

FONTE: http://www.agoramagazine.it 9 aprile 2008

Il tumore di nostro figlio: colpa degli inceneritori

Bambino con cancro: inceneritori in tribunale!

Un bambino di 11 anni, vive accanto ad un inceneritore, ha un tumore maligno. Tra colpi di perizie, dopo un esposto di associazioni di ambientalisti ed un comitato di genitori, del fattaccio si occupa ora la magistratura. L’azienda è tranquilla, dicono alla Hera…
Anzi gli inceneritori sono due, a poca distanza l’uno dall’altro. Gli impianti di Forlì sono da tempo nel mirino degli ambientalisti. Non a caso è proprio da quella città che è partita la crociata dei medici per l’ambiente.
Certo la decina dei cittadini che abitano vicino agli ampianti non speravano che la vicenda assumesse quel clamore sui giornali. Ma le associazioni che lottano contro il raddoppio delle linee di produzione ( WWf Forlì e Clan-Destino) hanno colto la palla al balzo ed ecco ora indagati i responsabili degli impianti di Hera, Claudio Draghi ed Enzo Mengozzi. La vicenda è ora al confronto con i periti per l’incidente probatorio. I cittadini sono difesi da due medici oncologici.
L’azienda è tranquilla, dicono alla Hera. I parametri sono rispettati. Sorge sempre il sospetto che sia la legge sbagliata che ha fissato questi parametri.
Perchè se si riuscirà a dimostrare il nesso causale di questi impianti, dovremo ridiscutere tutto. Per fortuna il bambino sta meglio. Ma il principio di precauzione, che per gli industriali italiani, appare una bestemmia. dovrebbe essere applicato proprio a partire dall’infanzia, la più esposta ai danni ambientali.
Questi strumenti usati per distruggere scorie e rifiuti sono costati all’Italia la condanna dell’Europa, per averli messi in piedi senza valutazione di impatto ambientale. Nella faciloneria tutta italiota, prima si costruisce e poi si vede.