Tanta fame e poche idee

“Ogni famiglia si trova in imbarazzo perché non sa chi scegliere tra 2 o 3 persone”. Qualcuno parla di “fame” per giustificare la corsa alla candidatura politica per le prossime amministrative ad Orta Nova. Farà ancora notizia, insomma, il più grosso Comune (quasi 18mila abitanti) dell’unione amministrativa dei Cinque Reali Siti, per le corsa alla poltrona che non risparmia nemmeno i potenziali primi cittadini. A parte l’attuale sindaco Giuseppe Moscarella (Pdl), a voler rappresentare l’alternativa ci proveranno in 4: Iaia Calvio, avvocatessa piddina; Antonio Porcelli, commercialista che ha iniziato il proprio percorso con la presidenza dell’associazione Prometeo; Gianni Lannes, giornalista freelance impegnato in battaglie ambientaliste e ritenuto vicino ad una corrente dell’Idv e Lorenzo Annese (Riformisti), centrista ed eterno oppositore di “Peppino”. Resta da sciogliere il nodo dell’attuale assessore Dino Russo che, dopo aver voltato le spalle al sindaco senza tuttavia mollare la poltrona, starebbe dialogando incessantemente con la Calvio: un accordo potrebbe fargli fare un passo indietro rispetto all’intenzione iniziale di candidarsi da solo. Non vuole ancora sciogliere il nodo l’imprenditore Costantino Mastrogiacomo, proprietario del frantoio “Apolio”, semplicemente perché non ha ancora trovato “risposte convincenti”, l’humus ideale per accettare la sfida: “Sono stato chiamato più volte sia dai politici che dicono di voler rappresentare l’alternativa, sia da quella fetta della società civile che si riconosce in me – afferma -, solo che dai primi incontri con i candidati non ho avuto un’impressione positiva: mi sembra che si punti a sostituire Moscarella piuttosto che a cambiare davvero. La mia idea è che, una volta trovata l’intesa su un programma comune, debba esserci il massimo rispetto delle competenze personali per uscire dall’empasse nella quale le ultime amministrazioni hanno trascinato il paese. Finora, non ho visto nulla di tutto ciò: se non deve cambiare niente, tanto vale riconfermare Moscarella, almeno viene garantita la continuità amministrativa”. Una provocazione, certo, che tuttavia palesa tutto lo sconforto alla risposta, burlesca, che gli è stata rivolta da uno degli “attori del cambiamento” alla domanda sul programma: “Il programma? – avrebbe detto il candidato – Non è un problema, lo scarichiamo da internet”. Prima la poltrona, insomma, poi tutto il resto. Per le stesse ragioni brulicano nei quartieri i volti nuovi che potranno configurare il rinnovato Consiglio comunale: macellai, agricoltori, imbianchini. Chiedono voti in cambio di favori, secondo uno scambio tanto becero quanto antico. Per molti di loro è la prima esperienza. Si tuffano in un mondo nuovo, quello della politica, come in un gioco divertente che, nel caso in cui gli andasse bene, schiuderebbe un Eldorado inimmaginabile. Non sanno, forse, che le cose sono cambiate. E che cambieranno ancora, in peggio, con la fase esecutiva del federalismo comunale. “Il Comune ha le casse disastrate – afferma Lorenzo Annese -, sarà davvero triste ereditare l’operato di chi ha speso soldi per la cricca dei lavori pubblici tralasciando tutto il resto e togliendo il sorriso ai cittadini ortesi”. L’esempio dell’esproprio nella zona Pip è sempre valido: “Si sono indebitati con la Cassa depositi e prestiti per milioni di euro – sostiene ancora il candidato sindaco -, per espropri che sarebbero stati esagerati anche in un grande centro industrializzato, mentre adesso ci ritroviamo con campi coltivati ad orzo”. Dev’essere per questo che gli elettori sono sfiduciati. Contribuiscono a creare l’ennesimo paradosso: da una parte il numero record di persone che scendono in politica e, dall’altro, le sedi dei partiti e dei movimenti vuoti. Nessuno mostra nemmeno un po’ di curiosità ad un tiro di schioppo dalla tornata elettorale. Tutto tace o, per lo meno, si muove sottotraccia. In questo senso, chi è più abile ad emarginare l’avversario vince. Su questo terreno si gioca la partita tutta personale tra il giornalista Gianni Lannes  e il commercialista Antonio Porcelli, con il secondo che ha tolto linfa al primo dopo aver attratto la fiducia dell’associazione Prometeo. Proprio sul punto che li accomunava (la nascita di un nuovo progetto di impegno sociale), si sono spaccati. La causa? La candidatura di Porcelli, uno che riuscito ad attrarre – con metodi poco condivisi dal resto dei candidati – molti transfughi: gli ex moscarelliani delusi di Fli (Alfredo Ballatore) e di Libera Idea, gli ex lannesiani di Prometeo, l’ex piddino Nicola Maffione (capogruppo del partito in Comune), oltre un pezzo dell’Udc. Insomma, un’accozzaglia per vincere. Se Porcelli brucia le tappe e fa tanto rumore, Moscarella e Iaia Calvio stanno lavorando con il sostegno dei partiti. L’avvocato è sostenuto anche dai socialisti (Giuseppe Gervasio) e da Gianluca Di Giovine (SeL) che alle ultime Regionali ha raccolto un buon bottino di voti (1000). “A breve si entrerà nel vivo della campagna elettorale vera e propria – ci dice la Calvio -, e solo chi sarà meglio organizzato potrà spuntarla. Questo è un paese che ha bisogno di tutto, e sarebbe un vero tradimento puntare alla poltrona senza avere nessuna idea per cambiare le cose”.  Per il momento c’è solo tanta depressione. E niente fa pensare a effetti scenici a sorpresa. A meno che Lannes non inizi a spargere benzina sul fuoco finora sommerso degli avversari.