Rifiuti speciali

Quello che è successo in questi giorni nel cimitero di Orta Nova deve far riflettere. Attentamente. Al di là della possibile interpretazione dei fatti, resta la gravità di ciò che è accaduto: una bara è stata bruciata all’interno delle mura del cimitero vecchio.
In un angolo in fondo, dove magari non capita mai di arrivarci, ecco lo scempio. La bara mezza carbonizzata, giace ancora tra le cappelle, come il resto palese di un rituale folle. Una croce conficcata nel terreno, un po’ più in là, crea un squarcio di angoscia e di sgomento. Quasi paura.
Ma come è possibile che continui ad esserci indifferenza rispetto a queste insane manifestazioni? Perché non si attivano le procedure sanitarie necessarie per risolvere un problema così cogente, com’è quello dello smaltimento del rifiuto speciale?
La proprietaria della cappella che stanno realizzando di fianco, si è lamentata molte volte per la macabra scoperta. “Oggi ce ne siamo accorti –spiegano i muratori al lavoro-, ci sembra una cosa scandalosa, che non dovrebbe esistere. Anche la proprietaria si è lamentata, diceva che non è possibile che uno vuole stare tranquillo a pregare per i propri cari defunti e deve trovare ancora queste brutte sorprese”.
L’elemento determinante è proprio il luogo del ritrovamento. Vicino al muro, in un angolo. Un posto appartato, dunque. Questa zona del cimitero, in passato, sarebbe stato il luogo privilegiato per le operazioni di “bonifica”. “Prima le bare –conferma il custode- le bruciavano là, dopo aver tolto i resti del corpo per metterli negli ossari. Un po’ come facevano i romani… O si faceva così, oppure le bare dovevano rimanere dove stavano, visto che non c’è mai stato un servizio preciso per lo smaltimento”. “Perché non c’è? –continua- provate a chiederlo all’amministrazione comunale”.
Una pratica assurda, bruciare le bare dopo l’estumulazione, che va sfacciatamente contro la normativa. Infatti, il Dpr 254/2003 disciplina le destinazione dei materiali provenienti dalle estumulazioni ed esumazioni all’interno dei cimiteri. L’articolo 12 del decreto, non dà adito ad interpretazioni: “I rifiuti da esumazione ed estumulazione devono essere avviati al recupero o smaltiti in impianti autorizzati ai sensi degli articoli 27 e 28 del decreto legislativo 5 febbraio 1997”. Il problema grosso è lo smaltimento delle lamiere di zinco: operazione costosa, nonché difficile.
Nella bara bruciata nel cimitero è ben visibile anche la lamina di zinco. Se così fosse, le responsabilità amministrative sarebbero gravi. Dovranno necessariamente giungere risposte dalla amministrazione comunale e dalla Società Cooperativa San Francesco, che attualmente gestisce il servizio cimiteriale. Anche perché -ce lo conferma un articolo (53 –materiali ornamentali e rifiuti speciali) del regolamento di polizia mortuaria del comune di Orta Nova-, i divieti sussistono anche a livello comunale: “I rifiuti speciali provenienti da esumazioni ed estumulazioni saranno depositati in apposito sito all’interno del cimitero e ritirati da idonea Ditta autorizzata e convenzionata con questo Ente”. Ma chi si occupa del servizio? E perché non si provvede ancora a rimuovere il rifiuto speciale? A questo punto, non si può certo parlare di domande retoriche.