Con i tagli varati in Giunta, il sistema sanitario regionale torna indietro di 8 anni, completando quel percorso interrotto dalle proteste contro il Piano Fitto (molto simile a quello attuale voluto dall’assessore Tommaso Fiore e da Nichi Vendola).
La Capitanata, ancora una volta, paga un dazio maggiore rispetto alle altre province, nonostante le rassicurazioni che erano state rivolte ai responsabili dei presidi ospedalieri garganici. Proprio in uno dei territori maggiormente svantaggiati geomorfologicamente, vengono azzerati tutti i posti letto: Monte Sant’Angelo (da 26 posti letto a 0), Torremaggiore (da 44) e San Marco in Lamis (addirittura da 96 posti). Insomma, un colpo d’ascia notevole, che non risparmia gli altri ospedali, facendo esultare soltanto il Masselli di San Severo, che ne acquista 17 ma proprio in virtù dello stretto legame con il nosocomio di Torremaggiore. A Cerignola i posti passano da 238 a 196; a Manfredonia da 189 a 159 e a Lucera, infine, da 163 a 127. Il tetto, complessivamente, scende da quota 970 a 713 (meno 257, la previsione era di ridurre 215 posti). Gli Ospedali Riuniti di Foggia, invece, subiscono soltanto una redistribuzione dei posti letto disponibili nei diversi reparti, riuscendo a spuntare un posto letto in più.
Adesso sono tutti lì a piangersi addosso, ma fino a poco tempo fa, pur sapendo della decisione della politica barese, nessuno ha ritenuto opportuno muoversi. Da Monte ci dicono che erano già “consapevoli della decisione”; a San Marco in Consiglio comunale si è cercato di dare un impulso politico forte, mentre a Torremaggiore, in uno dei nostri reportage, i medici ammisero che “l’ospedale in realtà lo chiuse Fitto”.
Come si vede, sembra che la provincia fosse già predisposta a subire questa mazzata. Ma è davvero così?
“I dirigenti dell’Asl e i politici non sanno nemmeno com’è fatto l’ospedale di Monte, non sanno che siamo un’eccellenza sin dai tempi di Fitto, o forse fanno finta di non saperlo”, ci dissero i dipendenti, piuttosto infervorati, qualche mese fa. Il riferimento era all’Rsa (Residenza sanitaria assistenziale per anziani), l’unica del genere nella regione: “Secondo noi a Bari non sanno neppure che abbiamo questa struttura pubblica”, ammisero gli operatori. Aperta e inaugurata nel 2003 dall’allora governatore Raffaele Fitto, è stata specializzata potenziando con 40 posti letto (in realtà i posti sarebbero 60) il reparto di Geriatria (20 posti letto disponibili), l’unico rimasto in piedi dopo il ridimensionamento. Nel 2008, dopo essere entrato a regime il “Polo geriatrico” voluto nel 2007 dal commissario straordinario dell’Asl Donato Troiano, l’utile dell’Rsa superò i 150mila euro, per poi attestarsi negli anni successivi sui 50mila euro; le stesse cifre le farebbe registrare il reparto di Geriatria, dov’è comunque da sottolineare un dato su tutti: nel 2009, i ricoveri sono stati 715 (ben al disopra dell’omologo reparto dell’ospedale di Foggia), con 6013 accessi registrati e un tasso d’occupazione dell’82,37 per cento. Non male per un territorio svantaggiato caratterizzato dal 48 per cento di anziani nella popolazione cittadina. “Mi sono fatto dare i consuntivi proprio in questi giorni, l’ospedale di Monte è in attivo di circa 150mila euro nel 2008 e di 40mila euro nel 2009”, ci disse a luglio Luigi Starace, tecnico del laboratorio di analisi del San Michele Arcangelo. Ma non basta, si deve tagliare l’enorme struttura a cinque piani: forse proprio per questo Dino Marino, durante una visita, non seppe rispondere alle domande del personale medico. A San Marco in Lamis, invece, erano praticamente convinti di poterla fare franca salvando l’Umberto I. Invece, nonostante l’impegno diretto della politica, anche in questo caso si è perso un centro che da tutti veniva ritenuto un “ospedale efficiente e necessario per il territorio”. Mentre a Torremaggione nessuno se n’è mai infischiato più di tanto delle sorti del San Giacomo, se non fosse per la miriade di appalti affidati per la realizzazione di plessi che non sarebbero mai serviti a nulla. I quattro reparti salvati dalla falce di Fitto che cassò uno dopo l’altro medicina, chirurgia, ginecologia, ortopedia e pediatria, non lavorano, sono quasi fermi: erano rimasti una cinquantina di dipendenti, in gran parte infermieri, che dovrebbero trasferirsi tout court a San Severo. Ciononostante, Regione e Asl hanno continuato a sperperare denaro pubblico pur sapendo che la storia del San Giacomo non sarebbe durata a lungo. A cominciare dagli interventi di manutenzione straordinaria che hanno messo a nuovo la muratura di un intero reparto. Poi le cucine, risistemate e mai messe in funzione: i pasti arrivano dall’esterno dopo l’appalto affidato alla stessa società che opera a San Severo. L’Hospice, con 8 posti recuperati dalla ristrutturazione delle stanze dell’ex convento, è stato ultimato in ogni sua parte da più di un anno (mobili compresi) e non è stato mai aperto: sarebbe servito alla degenza dei malati terminali. Sotto l’archivio dell’intero presidio (San Severo-San Marco in Lamis-Torremaggiore), l’obitorio dove è possibile effettuare anche le autopsie, l’unico dell’Asl foggiana, è chiuso in maniera ermetica. C’è ancora il cartello dei lavori: 160mila euro per la ristrutturazione dei locali da destinare a “morgue”. Hanno deliberato anche per l’acquisto di un sistema di condizionamento delle sale: l’ennesimo paradosso per una struttura inutilizzata. Ora come ora, ci si accontenta dell’antica stanzetta dove i famigliari dei defunti si lamentano della caduta dell’intonaco. Un’insegna di marmo è poggiata lì su un lato della porta e rimanda all’utilizzo della stanza appena dietro il chiostro della chiesetta. Poi c’è l’altro plesso incompiuto da 40 posti letto affidato alla Ercoappalti: 920mila euro. Dovevano esser già conclusi i lavori, ma ormai pare non interessino più a nessuno.
6 commenti:
quando la barilla bara sulla salute!
http://costruendo.lindro.it/2011/01/13/guido-maria-barilla-permette/
come sVENDO LA salute dei puglesi:
http://costruendo.lindro.it/2011/01/12/a-monte-della-fondazione-san-raffaele-del-mediterraneo/
http://costruendo.lindro.it/2011/01/12/vendola-regala-120milioni-di-euro-pubblici-a-berlusconi/
http://costruendo.lindro.it/2011/01/12/provvedimenti-illegittimi-della-regione-puglia-per-il-san-raffaele-del-mediterraneo/
http://costruendo.lindro.it/2011/01/12/cedro-d%e2%80%99oro-a-berlusconi-vendola-e-ligresti/
http://costruendo.lindro.it/author/gianni-lannes/
ci sono 2 categorie di uomini!
-quella degli uomini davvero con le palle;
-quella degli uomini che dicono di avere le palle.
e voi, neofiti aspiranti a governare e vecchi volponi della politica, di quale categoria…dite…di far parte?
salute
p.s.
faremo a breve un sondaggio che riguarderà i nostri assessori e anche i nostri consiglieri comunali.
sul blog di gasbarro un bel giochino:
http://fragas15.wordpress.com/2011/01/18/sondaggio-per-voi-vota-il-tuo-assessore/
caro Iula, perfeziona, rilancia, diffondi e sostieni il sondaggio prima che il ragazzo venga intimidito dalle inevitabili prossime minacce degli amministratori comunali.
grazie
M.
un pò di documenti inerenti le inchieste giornalitiche di Gianni Lannes sulle bombe chimiche nel mare Adriatico. la TV Russa (canale internazionale), il 17 gennaio 2011 ha mandato in onda un servizio - intitolato "Dangerouse Paradise: Journalist claims Adriatic polluted by Nato Waste" - incentrato su un'intervista al giornalista, ovvero al suo lavoro di indagine (vedi anche prossimo libro: BOMBE AMARE).
- interrogazione parlamentare bombe mare Adriatico (su inchiesta Gianni Lannes):
http://www.camera.it/417?idSeduta=402&resoconto=bt58¶m=bt58
link tv russa (canale internazionale):
http://rt.com/news/features/italy-nato-toxic-waste/
...le chiacchiere dei suoi detrattori se le porta il vento!!
il sindaco moscarella denuncia gli atti di teppismo, noi denunciamo lui per attentato alla salute pubblica:
http://costruendo.lindro.it/2011/01/21/in-puglia-all%e2%80%99asilo-sotto-l%e2%80%99incubo-delle-onde/
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