“La gara per l’affidamento dei servizi cimiteriali è stata
organizzata e portata a compimento avendo riguardo a 3 obiettivi fondamentali:
l’efficienza dell’attività svolta a favore dei cittadini, la tutela dei posti
di lavoro e la maggiore convenienza finanziaria”. Verrebbero parole d’encomio a
leggere il comunicato stampa della sindachessa Iaia Calvio (Pd), in risposta
alla nostra inchiesta sugli appalti del verde pubblico e dei servizi
cimiteriali ad Orta Nova. Due gare d’appalto improduttive e due strane
assegnazioni (di un mese l’una) alla cooperativa sociale T.&S. Turismo e
Servizi di Rionero in Vulture. Nel comunicato, invece, si fa riferimento anche al
“rispetto delle regole” ed alla “tutela dei posti di lavoro”. Concetti nobili,
per carità. Ma i lavoratori la pensano diversamente.
Chiediamo immediatamente se abbiano fatto l’assunzione,
visto che la coop lucana è subentrata alla San Francesco d’Assisi il primo
gennaio del 2012: “Ancora deve venire – affermano -, ci deve portare ancora le
carte. Oggi (ieri, nda) siamo andati a fare il certificato anagrafico per
l’ufficio di collocamento. Ci ha detto che sarebbe venuto a prenderseli. Ieri è
venuto, ci ha detto alcune cose, e noi gli abbiamo chiesto dei soldi. Ha detto
che dobbiamo aspettare un po’, che nel frattempo ci avrebbe dato qualcosina.
Oh, ma io devo campare! Ho dei figli! Loro devono mangiare tutti i giorni, non
possono aspettare…”.
Sono disperati, in balia delle scelte dell’attuale
amministrazione. Sono sette lavoratori, in precedenza alle dipendenze di
Michele Lapollo. Adesso sono confusi e disperati perché non riescono a
comprendere cosa stia accadendo sulla loro pelle. Parlano spesso in dialetto,
ed è necessario tradurre le frasi cariche d’angoscia per il futuro poco
limpido. “È passato oltre un mese e non abbiamo preso un euro – urlano -, ma
non pensano che stiamo soffrendo?”. Senza le assunzioni, per di più, non hanno
diritto nemmeno agli assegni familiari. Gli animi sono parecchio agitati.
Volano imprecazioni contro il presidente della coop lucana. L’indignazione
scaturisce spesso nella cieca disperazione di chi non sa più come tirare a
campare. “Il campo santo si muove senza
soldi – affermano – e questo è il benservito. Lapollo è stato un signore,
quando avevamo un problema si risolveva subito. Servivano i soldi? Pronti. Non
stavamo ad aspettare. Adesso voi volete parlar male di Lapollo? Bene, ma c’è da
sottolineare che si è comportato sempre come una persona perbene. Almeno con
noi, il resto non ci interessa”.
Negli ultimi tempi, però, circola in paese una voce sempre
più persistente: sarebbero stati dati soldi in nero, una specie di “acconto”,
ma non si sa per cosa visto che i contratti ancora non esistono. “Ci ha dato un
acconto di 300 euro – ammettono alcuni lavoratori -, ci hanno detto che sono
soldi di gennaio. Non abbiamo capito come funzionano le cose”. Per di più, ci
sarebbero stati, proprio nella mattinata di ieri, strani “messaggi” da parte di
alcuni dipendenti comunali: “Sono venuti Lacerenza e De Leo (Gaetano detto
“Nino”, responsabile del procedimento ex dipendente proprio dei servizi
cimiteriali), si sono messi a fare strani discorsi su chi vuole lavorare e chi
invece no, su chi è vagabondo e chi no. Non ci hanno detto mai così tante
parole come questo mese con loro”. Eppure, non possono essere certo due
dipendenti comunali i datori di lavoro dei dipendenti impegnati al cimitero,
visto che c’è stata una gara d’appalto: “Noi non ci stiamo capendo più niente”.
Altro che “tutela dei posti di lavoro”. C’è materiale per
far muovere la magistratura. Anche perché, come abbiamo scritto, “nelle more di
ottenere la documentazione e certificazione della ditta aggiudicataria”
(determina 66 del 2 febbraio 2012, firmata dal capo dell’ufficio tecnico
G.B.Vece e dal segretario Giuseppe Longo), c’è stata una seconda proroga di un
mese – su un appalto di sei mesi – nonostante la T&S non si sia messa
ancora in regola. Qualcosa di strano pare emergere anche nell’altro appalto (precedentemente
affidato, sotto l’amministrazione dell’ex sindaco Giuseppe Moscarella, sempre
alla coop di Lapollo), quello per i servizi di manutenzione del verde pubblico
– prima manutenzione degli immobili comunali -, custodia villa e bagni pubblici
vinta da “La Pulitecnica” di Capurso (Bari). La determina numero 78 del 9
febbraio scorso, liquida alla ditta la fattura numero 53 dell’1 febbraio 2012
(lavori di gennaio quindi), per quasi 8mila euro. Le firme sono ancora una
volta di G.B. Vece e del responsabile del settore di riferimento, Antonio Teta.
Ma dalla versione di un dipendente, figura una situazione del tutto diversa: “Siamo
stati assunti dal 2 febbraio – ci spiega -, il mese di gennaio non ci è stato
ancora dato, non abbiamo visto un solo euro a gennaio. Noi durante il mese di
gennaio abbiamo lavorato con il Comune. Il contratto con questo della
cooperativa lo abbiamo fatto dal 2 febbraio – rimarca -, con le stesse ore di
prima quando lavoravamo con la San Francesco. A gennaio siamo in balia, non
sappiamo se ce li paga il Comune o il rappresentante della cooperativa. Gli
attrezzi ed i prodotti ce li ha forniti il Comune. Non sappiamo niente dei
contributi e degli assegni familiari”. Alla faccia della “tutela dei posti di
lavoro”, verrebbe da dire.
l'Attacco, 16 febbraio 2012
1 commento:
http://lucacaporale.wordpress.com/2012/03/12/sottoscritto-laccordo-per-lassunzione-degli-addetti-al-cimitero-e-al-verde-pubblico-calvio-il-bisogno-dei-lavoratori-strumentalizzato-per-diffamare-lamministrazio/
R'SPONN M'CHè!!!
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